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Pubblicato il 13 novembre 2017
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Questa risorsa professionale sottolinea l’importanza della prevenzione e del controllo delle infezioni e come questi possano contribuire a ridurre la resistenza antimicrobica.
Prevenire in primo luogo il verificarsi delle infezioni è uno dei modi migliori per ridurre la necessità di prescrivere antibiotici e prevenire la resistenza antimicrobica (AMR). La resistenza antimicrobica può svilupparsi in batteri, virus, funghi e parassiti che causano infezioni, rendendoli resistenti al trattamento. Ogni infezione prevenuta riduce la necessità e l’uso di antimicrobici, il che a sua volta riduce il potenziale di sviluppo di resistenza.
Gli antibiotici sono di gran lunga gli agenti antimicrobici più prescritti. A differenza di molti altri farmaci utilizzati in medicina, più utilizziamo gli antibiotici, meno efficaci diventano contro i loro organismi bersaglio. Con gli antibiotici, l’uso eccessivo o inappropriato consente ai batteri di sviluppare una resistenza che può portare a infezioni sempre più difficili da trattare.
L’incapacità di affrontare la sfida della resistenza antimicrobica potrebbe comportare:
L’ultimo rapporto del programma di sorveglianza inglese sull’utilizzo e la resistenza antimicrobica (ESPAUR) ha rilevato che il consumo totale di antibiotici in Inghilterra è diminuito del 5,1% negli ultimi 5 anni. Tuttavia, il numero delle infezioni causate da agenti resistenti agli antibiotici continua ad aumentare, evidenziando la necessità di una prevenzione efficace.
Attualmente nel Regno Unito, la minaccia più grande e crescente rappresentata dagli organismi resistenti ai farmaci proviene dai batteri Gram-negativi, chiamati così perché l’involucro cellulare che li circonda non trattiene un colorante. La complessa struttura chimica di questo involucro rende difficile l’ingresso di grandi molecole nella cellula batterica. Ciò rende più difficile trovare nuovi antibiotici che funzionino contro questi batteri.
Gli organismi Gram-negativi si trovano più comunemente in individui sani, ma in alcuni casi possono anche causare malattie significative e morte. Possono causare infezioni in molti sistemi di organi, ma sono particolarmente pericolosi quando infettano il sangue e causano la sepsi, un’infezione sistemica potenzialmente catastrofica.
Le infezioni causate da organismi Gram-negativi sono in aumento. I batteri chiave che causano un numero crescente di infezioni sono:
Questi 3 organismi rappresentano il 72% di tutte le infezioni del flusso sanguigno da Gram-negativi (BSI).
L'Escherichia coli è la BSI Gram-negativa più comunemente osservata e ora rappresenta il 55% di tutte le BSI Gram-negative.
Un totale di 40.580 casi di BSI da E. coli sono stati segnalati dai trust del NHS in Inghilterra tra il 1° aprile 2016 e il 31 marzo 2017. Si tratta di un aumento del 6,1% dal 2015 al 2016 (n = 38.251), e un aumento del 25,6% dal 2015 al 2016 (n = 38.251). Dal 2012 al 2013 (n = 32.309).
Il governo ha riconosciuto la necessità di agire e nel novembre 2016 ha definito l’ambizione di ridurre del 50% le BSI Gram-negative associate all’assistenza sanitaria entro il 2021 e di ridurre la prescrizione di antimicrobici inappropriati del 50% entro il 2021.
Per raggiungere questi obiettivi, dobbiamo disporre di misure efficaci e di ampio respiro per la prevenzione e il controllo delle infezioni, ma dobbiamo anche prendere di mira gli organismi resistenti più problematici, concentrando risorse e competenze. Abbiamo visto i progressi compiuti nell’ultimo decennio mirando alla diffusione di alcuni microrganismi, in particolare lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) e il Clostridium difficile, che sono stati ridotti rispetto ai livelli di picco rispettivamente del 90% e del 75%. Per il periodo 2017-2018 il piano è quello di mantenere questi progressi e avere l’ulteriore ambizione di ridurre le infezioni del sangue da E. coli associate all’assistenza sanitaria.